Come abbiamo scritto su Vivereallitaliana.cl, febbraio è stato il mese dei festival: lo ha aperto Sanremo e, venerdì scorso, lo ha chiuso il Festival di Viña del Mar.
Ma quanti, in Italia, conoscono quest’evento così seguito e amato in Cile e, più in generale, in tutta l’America del sud?
Il Festival di Viña del Mar, che ha festeggiato la sessantesima edizione in questo 2019, è la kermesse (musicale) più importante ed attesa delle Americhe.
Mentre lo scenario di Sanremo è l’Ariston, un teatro elegante e “intimo”, da gala, ben diversa è la situazione che ogni anno si ripete sotto le stelle dell’estate australe: per cinque lunghe serate, quindicimila persone assistono alle esibizioni nel leggendario teatro della “Quinta Vergara”, acclamando e, com’è capitato anche in quest’ultima, edizione fischiando gli artisti: ciò che ha fatto guadagnare pubblico di Viña il soprannome di “mostro”.
L’evento si trasmette dal vivo per radio e televisione in tutto il continente, con share altissimi che significano milioni di dollari spesi in pubblicità e annunci durante le esibizioni.
Un’altra differenza tra Sanremo a Viña del Mar sta nel fatto che la città ligure ospita una gara di sola musica italiana; Viña è una kermesse che – sebbene nasca come certamen di musica popolare e folclorica e sebbene conservi una gara canora tra artisti giovani e meno conosciuti (la peruviana Susan Ochoa ha vinto la “Competencia Internacional”), canalizza l’interesse soprattutto verso gli ospiti nazionali e internazionali che si alternano sul palco.
Ogni sera si esibiscono due artisti, in generale grandi nomi della tradizione musicale latinoamericana. Non sono mancati in passato gli italiani: Eros Ramazzotti e Laura Pausini su tutti. Un comico è chiamato a “spezzare” le due esibizioni. Di fronte a performances di quasi due ore di lunghezza ciascuna, il pubblico può manifestare il suo assenso (o scontento) chiedendo a gran voce, e con il tipico movimento delle mani a mimare il volo di un gabbiano, il riconoscimento che Viña del Mar consegna ai suoi artisti: la gaviota (gabbiano, appunto) d’argento e/o d’oro.
Possono essere consegnate più “gaviotas” in una sola serata o, in alcuni casi eclatanti, l’artista può essere costretto ad abbandonare il palco sommerso dai fischi.
Viña è dunque uno spettacolo unico perché, se da un lato mette il pubblico al centro dell’evento rendendolo giudice delle performances, dall’altro è capace di far convivere artisti diversissimi. Basti pensare che, nell’edizione appena conclusasi, si son alternati cantanti completamente diversi come Raphael, Marco Antonio Solis, Marc Anthony Bad Bunny, Becky G, Camila Gallardo e Backstreet Boys; tutti premiati con entrambe le “gaviotas”, d’argento e d’oro.
Insomma uno show di enormi dimensioni che, come Sanremo per l’Italia, scandice la storia sociale ancor prima che musicale del Cile e, più genericamente, dell’America Latina.
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enero 6, 2020