Pubblichiamo un breve racconto a firma di Nello Gargiulo, rappresentante in Cile del Consiglio degli Italiani all’Estero (C.G.I.E.), circa il suo personale ed emozionante ricordo della mitica Raffaella Carrà. Siamo agli inizi degli anni ’90 e Gargiulo, figura importante per la collettività italiana, intercede affinchè Vincenzo e Francesco, due connazionali residenti in Cile, possano partecipare al famoso programma RAI «Carramba che sorpresa!», nel quale Raffaella Carrà faceva incontrare vecchi amici e parenti lontani da tempo. Grazie a Vincenzo e Fancesco, Gargiulo ha dunque l’occasione per conoscere la diva Raffaella, ma anche per scoprire la sua umanità ed empatia verso gli emigranti e verso tutti coloro che vivono lontani dall’Italia e dalle loro famiglie e affetti.

 


 

Vincenzo e Francesco, due connazionali del Cile, vennero accolti per ricongiungimenti familiari all’ interno del programma Caramba che sorpresa! sul finire degli anni ‘90.  Per facilitare la loro partecipazione, dalla direzione Rai del programma presero contatti con me.

 

Vincenzo, nato di sette mesi nell’avellinese, quando ancora negli anni ‘30 le incubatrici erano poco comuni, viene  accomodato in una scatola di cartone circondata da bottiglie di acqua calda, per creare quella temperatura necessaria  che attiva i  segni vitali dei nati prematuri.

 

Nel racconto della Carrà, questa nascita, il difficile dopoguerra, l’arrivo in Cile con la famiglia, la professione di sarto, generarono una carica di aspettative ed emozioni nel pubblico che al momento dell’ abbraccio di Vincenzo con la madre ultra novantenne che arrivava per l’occasione dalla Svizzera, provocò una esplosione di  applausi, lí al  Teatro delle Vittorie a Roma.  Vincenzo e sua madre si riabbracciavano dopo  anni.  Fu una storia che conquistò il cuore di Raffaella che, da quanto ne seppi, la considerò fino a quel momento una delle  piú belle.

 

Al ritorno   Vincenzo ci dice: «Raffaella si é innamorata di me».  Effettivamente Vincenzo era entrato nella  vita della diva, anche per la sponanietá e simpatia che contribuì a fare spettacolo fin dalle prime battute, quando apparve sul palco e, salutandola, le chiese: come stai Raffaella? 

 

Francesco  invece,  veniva  da un dolore forte per  la perdita del  figlio Gianni nel fiore della giovinezza. Raffaella viene toccata da questa situazione e fa mettere  in programma l’ incontro-sorpresa di Francesco con suo fratello maggiore. Con grande sensibilità  aveva compreso  che  quel dolore cosí grande di Francesco e della moglie cilena N. doveva essere  condiviso anche con la famiglia in Italia. Dispose cosi che viaggiassero insieme. Quasi non fosse sufficiente, la Rai invita anche me.

 

È tutto pronto a Roma quando, all’ultimo momento, Raffaella decide che la storia avrebbe più senso se il ricongiungimento avvenisse proprio a Napoli.  Mi ero fatto l’idea di vederla in persona, forse per questo al momento  non compresi il cambio.   Solo dopo l’incontro al teatro Politeama di Napoli ne trovai in qualche modo la ragione. Vidi un pubblico che al momento dell’incontro si immerse  nel racconto della Carrà.

 

Oggi sono propenso a  pensare che in quel momento un pezzo umile ma di grande coraggio della storia dell’emigrazione napoletana «riprendeva fiato» ritrovandosi  nelle proprie radici.

 

Intanto io persi l’occasione di  salutare la Carrá, ma l’ allegria di questo incontro mi coinvolse a tal punto che per un momento apparve davanti ai miei occhi persino l’immagine di Gianni,  con ‘’i ricciolini’’ da piccolo quando lo conobbi, e poi un’altra di qualche mese prima dell’ incidente quando mi manifestó l’ interesse per capire e definire meglio la sua professione.  Ricordo che ne rimasi ammirato e coinvolto… ma Gianni non fece in tempo ad arrivare al traguardo che aveva sognato.

 

Grazie Raffaella!  Anche da parte mia, perché facesti tue queste storie che nel giorno del tuo funerale come un vecchio film si sono srotolate davanti ai miei occhi con il tuo lucido insegnamento, che ci hai lasciato, di aver vissuto la vita come un’altalena di gioie e di dolori, ma con lo sguardo sempre aperto sui bisogni degli altri……

 

Nello Gargiulo